Mentre in tutto il mondo si sviluppano nuove forme di ruralità urbana, dagli orti comunitari al revival dei mercati contadini, a New York è nato un progetto che mostra come sia possibile fare gli agricoltori anche in una grande metropoli: è il caso di Brooklyn grange farm, la prima fattoria sul tetto di un grattacielo della Grande mela.

In città da milioni di abitanti che si estendono su superfici incredibilmente estese, probabilmente il concetto di chilometro zero diventa più complesso. Se si vive nel centro cittadino, le campagne più vicine, ammesso che esistano o producano cibo, si trovano a volte a una distanza superiore a quella tra due città italiane. Perciò la fattoria urbana sui tetti diventa un interessante modo di localizzare la produzione agricola dentro il centro urbano.

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La Brooklyn grange farm, nata nel 2010 dall’idea di un gruppo di giovani newyorkesi, occupa al momento due tetti nei quartieri di Brooklyn e Long Island dalla superficie totale di circa un ettaro. Inizialmente basata solo sulla coltivazione biologica di ortaggi, nella fattoria urbana si trovano ora anche trenta arnie destinate alla produzione di miele, inoltre vengono coltivati funghi pleurotus usando come sostrato i fondi di caffè. I prodotti della fattoria riforniscono ristoranti biologici, approvvigionano dei GAS e vengono venduti in alcuni mercati rionali. Lo spazio viene anche utilizzato per attività culturali, proiezioni di film e cene, mentre ultimamente è diventato un set popolare per i banchetti di matrimonio.

La fattoria è anche attiva socialmente: in collaborazione con un’organizzazione che si occupa di appoggio ai rifugiati e agli immigrati, essa ha ospitato finora vari migranti dall’Africa, dall’Asia e dall’America centrale, i quali possono trovare un momentaneo sollievo dalla frenesia metropolitana. Per di più, molti immigrati sono provenienti da aree rurali e la condivisione dei propri saperi contadini con i giovani agricoltori di Brooklyn Grange è sicuramente una risorsa. Esiste infine un progetto di educazione ambientale che permette ai bambini di conoscere i cicli della natura, cosa altrimenti impossibile tra il cemento newyorkese.

 

Brooklyn-Grange

Spesso si dibatte se sia salutare coltivare cibo all’interno di città così inquinate. Certo è che la coltivazione sui tetti potrebbe essere una soluzione: visto che gli agenti inquinanti più pericolosi sono metalli pesanti più densi dell’aria, qualsiasi coltivazione ben al di sopra del traffico autostradale è protetta meglio dagli agenti inquinanti.

Una fattoria urbana come la Grange farm offre dunque molti vantaggi: crea occupazione, rende possibile per chi vive in città accedere a cibo salutare e di stagione, ma soprattutto dà la possibilità agli studenti che vivono in una grande metropoli di conoscere da vicino il mondo dell’agricoltura.

Ovviamente un progetto come questo non dovrebbe essere un modello per chi ha la possibilità di coltivare un vero orto o può passeggiare in una vera campagna senza il bisogno di un bizzarro surrogato urbano. Tuttavia può sicuramente favorire un certo grado di autosufficienza alimentare all’interno di una metropoli, oltreché un uso intelligente dello spazio urbano.

 

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