5 minuti di recupero

 

Nel romanzo La speculazione edilizia Italo Calvino ha raccontato efficacemente come il boom economico italiano andasse spesso di pari passo con un imbruttimento morale e paesaggistico. Riguardo quest’ultimo, i nostri occhi si sono ormai abituati. Tuttavia è sempre interessante leggere una guida turistica Lonely Planet sull’Italia, giusto per ricordarci come gli occhi stranieri vedono oggigiorno molte delle nostre città: centri storici meravigliosi circondati da anonimi blocchi di cemento e infinite zone industriali.

L’imbruttimento paesaggistico italiano, va detto, continua come non mai: ogni giorno in Italia il consumo di suolo è pari alla superficie di  150 campi di calcio, come se ogni anno si costruissero tre città delle dimensioni di Milano. Dal 1990 al 2005 sono scomparsi 3.000 ettari di superficie agricola.

La domanda da farsi a questo punto è: perché continuare a costruire ed erodere ancora di più la natura attorno le nostre città, se il patrimonio immobiliare è ormai più che sufficiente per tutti? Infatti se confrontiamo crescita edilizia e demografica, ogni nuovo nato avrebbe attualmente a disposizione 9 appartamenti. Se consumare in modo insensato  una risorsa non rinnovabile come il suolo non fosse già un delitto, non bisogna dimenticarsi che per continuare a farlo si consuma il 35% dell’energia totale.

La bella animazione “5 minuti di recupero”, commissionata dal Padiglione italiano della 13° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, fornisce molti dei dati qui presenti e mostra quali potrebbero essere le soluzioni.

La prima è dare nuova vita agli edifici in disuso, recuperando le aree industriali dismesse e “densificando” i centri abitati. Insomma, invertire l’attuale rotta, fatta di città sempre più estese circondate da quartieri satellite.

La seconda è migliorare l’efficienza energetica e la vivibilità dei vecchi edifici. La realizzazione di strati isolanti e la sostituzione di vecchi infissi con altri termicamente più efficienti, oltre a favorire un risparmio energetico, può rendere abitazioni malsane nuovamente confortevoli.

La  ristrutturazione e il miglioramento energetico sono tra l’altro il futuro del settore delle costruzioni. Si calcola che entro il 2020 il mercato del recupero rappresenterà l’80% della produzione edilizia.

Infine, sarà necessario stabilire dei limiti, oltre i quali una città non può più espandersi. Creare cinture verdi attorno all’area urbana, rinaturalizzare con boschi le aree periurbane, queste sono tutte misure che potrebbero contribuire a creare un nuovo equilibrio tra città e campagna e aiutare a preservare l’identità culturale delle nostre città.