Tempo fa il sito ecologista americano Grist ha riportato una notizia che fa capire quanto le migliori intenzioni ecologiste spesso non diano affatto i risultati sperati.

In seguito a una campagna lanciata dagli studenti, nel 2013 l’Università del Vermont ha bandito la vendità di acqua imbottigliata, con lo scopo di ridurre i rifiuti prodotti, e ha installato dei distributori di acqua gratuita, che avrebbero permesso così di riempire i propri thermos.

Peccato che uno studio realizzato due anni dopo, con lo scopo di misurare l’impatto dell’iniziativa, ha scoperto che la quantità di bottiglie vuote era invece aumentata del 6%.

A quanto pare gli studenti, invece di rifornirsi di acqua presso i distributori gratuiti, hanno  spostato i loro consumi su bibite gassate e succhi di frutti in bottiglia.

Se si offre ai cittadini un prodotto più ecologico ed economico, esso verrà ovviamente preferito, si crede spesso. Ma il caso del Vermont dimostra  che le cose potrebbero non essere così facili e automatiche.

Ma esiste  anche un lato positivo in questa notizia: l’università americana ha deciso di continuare la sua battaglia e aumenterà gli sforzi per ridurre la quantità di plastica prodotta dall’ateneo, e per offrire gratuitamente un bene comune come l’acqua.

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