Le montagne di dati e rapporti scientifici sui cambiamenti climatici non potranno mai avere lo stesso effetto di prodotti artistici che traducono in un linguaggio potente e accessibile a tutti l’impatto umano sull’ecosistema del pianeta. Non a caso è stato il documentario “Una scomoda verità”, basato sulla famosa conferenza di Al Gore, a rendere comprensibile a tutti la minaccia per il pianeta dell’effetto serra.
In una possibile lista di formidabili divulgatori, non può mancare il fotografo James Balog e il suo progetto Extreme Ice Survey, che è riuscito a testimoniare in modo innovativo l’arretramento sempre più rapido e drammatico dei maggiori ghiacciai del pianeta. Nel 2007 Balog iniziò a realizzare per testate come National Geographic o New Yorker dei reportage sullo scioglimento dei ghiacci e restò sorpreso dalla rapidità del fenomeno.

Ma quelle foto per Balog erano strumenti visuali troppo statici per testimoniare la portata di tali eventi. Per questo il fotografo statunitense ha creato il progetto Extreme Ice Survey. EIS consiste nell’installazione su 24 ghiacciai di Stati Uniti, Groenlandia, Bolivia, Islanda, Austria, Canada e Nepal di macchine fotografiche Nikon D-200 DSLR che scattano una foto ogni ora. Da ogni singolo apparecchio Balog ottiene ogni anno 8.000 scatti, che utilizza poi per realizzare dei video in time-lapse che testimonino il drammatico arretramento dei ghiacciai più imponenti del pianeta.
https://www.youtube.com/watch?v=kIRx5M41SX4
Il documentario “Chasing Ice” di Jeff Orlowski racconta il progetto Extreme Ice Survey e ci mostra come l’installazione e la manutenzione di apparecchiature fotografiche in luoghi remoti, inaccessibili e dalle condizioni atmosferiche estreme abbia avuto qualcosa di titanico.
https://www.youtube.com/watch?v=-pB3tbdgMG4
Durante una spedizione nel ghiacciaio Ilullissat in Groenlandia, Balog e la sua troupe hanno filmato il più grande distacco di ghiaccio mai avvenuto davanti a una telecamera. “E’ come vedere sgretolarsi e sparire una superficie pari a Manatthan davanti ai tuoi occhi. Non esistono altri esseri umani che siano mai trovati davanti al miracolo e all’orrore di quella scena”, ha commentato Balog.
Per il ghiacciaio Ilullissat ci sono voluti 100 anni per retrocedere 13 chilometri. Ma dal 2001 al 2010, in soli 10 anni, il ghiacciaio è arretrato di ben 14 chilometri.