Aiuto, sono finite le banane

Pubblicato originariamente su Tuttogreen de La Stampa.

Un parassita minaccia di far sparire dalle nostre tavole uno dei frutti più amati. E non c’è piano B

Le banane sui banchi del verduraio sono ormai diventate una certezza. Senza pensare troppo a come ci arrivano, sappiamo che sono lì ad aspettarci, e tanto ci basta. Tuttavia, presto potremmo ricevere una brutta notizia: son finite le banane.  

Verso la fine dell’Ottocento la banana divenne un prodotto di massa per l’esportazione, e immense porzioni di foreste del Centro America vennero sostituite da piantagioni di questo frutto. La varietà selezionata allora per la monocoltura fu la Gros Michel. Ma come capita quando si coltiva una distesa di piante geneticamente identiche, la comparsa di un parassita può avere effetti devastanti. La malattia di Panama, un’infezione dovuta a un fungo, comparve all’inizio degli anni ’20 e ben presto rovinò la produzione mondiale, lasciando i consumatori americani ed europei orfani delle banane. Non è un caso che una canzone di grande successo degli anni ’20 aveva come titolo proprio “There are no bananas”. A partire dagli anni ’50 si corse al riparo sostituendo la varietà Gros Michael con la meno pregiata Cavendish, più piccola, meno dolce e meno saporita, ma più resistente all’azione del fungo. Un po’ per caso, essa divenne la banana per eccellenza e rappresenta oggi il 99% delle esportazioni.

Peccato che anche la banana Cavendish abbia ora le sue gatte da pelare.

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