Occhi di gatto contro i cambiamenti climatici

Una delle figure più importanti dell’ambientalismo del XX secolo, Bill Mollison, è famoso per questa frase: “malgrado i problemi del pianeta sembrino sempre più complessi, le soluzioni continuano a essere tremendamente semplici”. Ma Matthew Liao, direttore del centro di Bioetica e docente di filosofia della New York University, sembra pensarla diversamente. Infatti in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica “Ethics, policy and environment” sembra proporre una soluzione ai cambiamenti climatici decisamente avveniristica.  La pubblicazione di Liao e dei coautori Anders Sandberg and Rebecca Roache s’intitola “Ingegneria umana e cambiamenti climatici” e suggerisce di prendere in considerazione l’ingegneria umana per arrestare i cambiamenti climatici.

Nel suo articolo Liao offre una serie di possibili idee, per esempio programmare geneticamente gli esseri umani per vedere come i gatti, animali che vedono di notte sette volte meglio di noi. Con una migliore visione notturna useremmo meno illuminazione, sostiene Liao. Un’altra idea contenuta nell’articolo è realizzare dei cerotti simili a quelli che aiutano a smettere di fumare, ma questi servirebbero a ridurre il nostro consumo di carne. Il 18% delle emissioni di gas serra proviene dall’industria dell’allevamento e mangiare carne ha un grande impatto ecologico, tuttavia secondo Liao conoscere questi dati non ci porta necessariamente a tagliare il nostro consumo di prodotti di origine animale. Perché allora non creare un cerotto che provoca una leggera intolleranza o allergia alle proteine animali?

Altre proposte contenute nel lavoro di Liao parlano di esseri umani con una sorta di pelliccia naturale, o più piccoli del 25 per cento negli uomini e del 23 per cento nelle donne: in questo modo useremmo meno tessuto per i vestiti, meno cibo per alimentarci, auto più piccole, riducendo di conseguenza anche la nostra impronta ecologica.

Come si può immaginare l’articolo ha suscitato tra gli addetti ai lavori un po’ di scompiglio e all’inizio molti erano convinti che Liao volesse semplicemente trollare la comunità accademica. Vari scienziati hanno puntato immediatamente il dito contro l’inattuabilità delle sue soluzioni, per esempio è impossibile controllare l’intensità dell’allergia indotta dalla carne, in alcune persone potrebbe creare disturbi gastrointestinali o shock anafilattici, pertanto il cerotto anti-carne non sarebbe molto popolare. Anche modellare geneticamente l’altezza della specie umana non sarebbe facile, visto che secondo gli studi più recenti essa è influenzata da 697 geni differenti. L’idea di Liao per molti sembra uscita da un romanzo distopico o da un manuale di eugenetica nazista, e ha ovviamente scandalizzato soprattutto per via delle implicazioni bioetiche. L’accademico americano ci tiene però a precisare che questi miglioramenti genetici dovrebbero essere volontari e sarebbe eticamente sbagliato imporli forzatamente.

La pubblicazione dell’accademico americano va letta per quello che è veramente, un esercizio di pensiero fuori dalla scatola, lui stesso chiarisce che non patrocina nello specifico nessuna di queste ipotesi. Ma è anche vero che, malgrado l’ingegneria umana sia una pessima soluzione per fermare i cambiamenti climatici, gli sforzi che stiamo destinando ad arrestarli non sono ancora all’altezza, e se continuiamo su questa strada le milionarie soluzioni avveniristiche in futuro potrebbero essere prese in considerazione sul serio. In fondo la soluzione di Elon Musk allo sovrasfruttamento delle risorse planetarie, creare una colonia umana su Marte, non è più solo sulla carta, e se ci stiamo lentamente abituando all’idea che potrebbe essere necessario trasferirci per necessità su un altro pianeta decisamente più inospitale del nostro, forse tra cinquant’anni avere degli occhi di gatto ci sembrerà nemmeno così male.