Pubblicato originariamente sulla rivista FunnyVegan n. 23.
Siamo in estate e sto per realizzare il mio sogno: passeggiare al chiaro di luna sul Ponte Carlo. Ho appena passato la Torre, sto finalmente attraversando la Moldava nella direzione di Malá Strana e tutto è perfetto, esattamente come l’avevo sempre immaginato. Sospiro guardando le luci del Castello in lontananza. Arrivato a metà strada un tizio mi chiede di scattare una foto di gruppo. Niente di male, se non fosse che è vestito da banana e un suo amico, con un costume da genitale maschile, mi chiede di abbracciarlo. Sono venti, sono inglesi e urlano come se fossero intrappolati in una casa in fiamme. Benvenuti a Praga. Per chi ha sognato la città boema sui libri di Kafka o Hrabal, immaginato di visitare un giorno una bettola frequentata dal buon soldato Sc’vèik o di seguire nella notte il Golem mentre torna nel ghetto, un viaggio a Praga può essere carico di grandi aspettative. Ma passeggiare per la capitale ceca nel 2016 ha un sapore dolceamaro, visto che i danni del turismo di massa iniziano a diventare sempre più evidenti.
Con i suoi più di sei milioni di presenze all’anno Praga è la sesta città europea più gettonata, ma non è tanto quest’enorme flusso di turisti a renderla a volte insopportabile, quanto la sua tipologia. Una fetta consistente dei visitatori di Praga è attratta fondamentalmente dai fiumi di birra a poco prezzo e dalla convinzione, comune soprattutto alle comitive britanniche alle prese con l’addio al celibato, che solo in Boemia sia possibile liberarsi dalle insopportabili catene delle norme e delle inibizioni sociali. Visitare Praga, soprattutto in alta stagione, ci costringe a farci una domanda scomoda, valida per altre famose destinazioni turistiche: può un centro storico compatto e dalle dimensioni tutto sommato ridotte ospitare una tale marea di turisti senza sacrificare le necessità e i diritti dei residenti? Arriva un momento in cui è fondamentale incentivare un tipo di turismo più virtuoso o, in casi estremi, stabilire un numero chiuso di visitatori?
Non pensate però che sia tutto perduto: Praga offre ancora posti e angoli nascosti meravigliosi, se sapete cercarli. E chi ha tempo e voglia di varcare il confine dell’impeccabile centro storico, che come una torta troppo bella per
essere vera sta lì a incutere timore e reclama di essere ammirato, avrà quasi la sensazione di aver rotto un incantesimo. Per chi poi vuole godersi in santa pace l’Orologio astronomico, le vie del Castello e le maggiori attrazioni cittadine l’orario fa la differenza: puntate sulla mattina presto o la notte sul tardi e ridurrete il rischio che qualcuno vi conficchi un gomito nei fianchi. Se siete interessati a una visita di Praga più alternativa, la prima cosa da fare è andare presso l’ufficio turistico in piazza della Città Vecchia (Staroměstské náměstí) e chiedere una mappa USE-IT. Le mappe USE-IT offrono consigli tagliati su misura per giovani viaggiatori che vogliono andare oltre le normali attrazioni turistiche, ne esistono ormai per le più interessanti città europee e permettono di conoscere la città con gli occhi di un locale. Quella di Praga è graficamente fatta bene e offre ottimi consigli per andare via dalla pazza folla.
• Birra Che altro aggiungere? Non è questo in fondo il motivo per cui si va a Praga? Nella capitale ceca la birra non è solo una bevanda alcolica, è cultura e tradizione; di fatto una birra al pub è più economica di una bibita analcolica o addirittura dell’acqua (per quanto il governo voglia prendere provvedimenti). Non stupitevi se troverete una selezione di birre artigianali anche nel menu di un ristorante macrobiotico o ayurvedico. I marchi più famosi come Kozel, Bernard e Staropramen sono già un bel salto di qualità rispetto alle birre nostrane, ma se volete gustare delle birre artigianali nei tipici beer garden all’aperto (aperti da aprile a ottobre), provate Letná Park (Letenské sady) con la sua vista spettacolare sulla città. Se poi volete sperimentare un po’ di vero e autentico colore praghese, Riegrovy sady (Riegrovy sady 28) è il posto che fa per voi. Tenete conto che nei locali al chiuso è ancora possibile fumare, anche se non è raro trovare bar o birrerie dove non è permesso.
• Ghetto Poco resta del ghetto come tanti l’hanno immaginato. Quelle case accatastate le une sulle altre, abitate da un’umanità desolata e che tanto ispirarono Kafka, vennero abbattute all’inizio del Novecento per fare posto a un boulevard dallo stile parigino. Pařížská è diventata una delle vie commerciali più eleganti della città, tuttavia ciò contribuisce a rendere ancora più straniante il passaggio dalle vetrine scintillanti alla viuzza che ospita il cimitero ebraico e l’adiacente sinagoga, la più antica ancora attiva al mondo, dentro le cui mura, secondo la leggenda, venne plasmato il Golem. Per visitare il famoso cimitero ebraico è necessario comprare un biglietto cumulativo da circa venti euro (480 corone), che permette di accedere anche ad altri importanti siti del patrimonio ebraico praghese. Per conoscere meglio la storia del quartiere ebraico e avere uno spaccato della vita culturale praghese a cavallo tra XIX e XX Secolo, vi consigliamo una visita al Franz Kafka Museum (Cihelná 635/2b).
• Le cinque cose da non fare a Praga
Se volete guadagnarvi il rispetto della gente del posto, ma soprattutto evitare brutte sorprese, ci sono poche semplici regole da seguire:
1) La Piazza Venceslao (Václavské náměstí) è un luogo simbolico della Primavera di Praga del 1968, visitatela una volta ma poi dimenticatevi che esiste. Le peggiori trappole per turisti e gli strip club sono lì che vi aspettano per spennarvi.
2) Se non volete essere odiati con tutto il cuore dai locali, non noleggiate un segway. È possibile addirittura che il Comune li bandisca dal centro, date le lamentele dei residenti e i non rari incidenti.
3) L’assenzio non ha niente di tipico o locale, inoltre sappiate che quello che inonda Praga è di qualità inferiore.
4) Evitate di prendere il taxi, se possibile. I mezzi pubblici sono eccellenti e i tassisti famosi per approfittare dei turisti.
5) Con i suoi cinque piani, ognuno con musica diversa, Karlovy lázně è celebre come il club-discoteca più grande dell’Europa centrale. Ma ciò che non vi viene detto è che i prezzi sono gonfiati, la sicurezza è famosa per la sua aggressività e la pista è affollata di borseggiatori.
Se volete stare a ridosso del centro ma sufficientemente a distanza dalla pazza folla, Sir Toby’s Hostel (Dělnická 1155/24) fa per voi. Staff internazionale, design accogliente, bar con ottima birra e la possibilità di scegliere tra stanza privata e dormitorio.
La cucina ceca, come in generale quella mitteleuropea, non è di certo famosa per i suoi piatti vegan. Ma la buona notizia è che i locali e le caffetterie vegan non mancano, inoltre è possibile provare piatti tipici della cucina ceca in versione veganizzata. Per esempio nel ristorante veg Maitrea (Týnská ulička 1064/6) è possibile provare il tradizionale gulasch ceco con gnocchi di pane in versione vegan. Molto centrale è anche Plevel (Jindřišská 5), che ha anche una buona offerta di cibo raw. Se vi trovate dalle parti del Castello, Green Spirit (Hellichova 397/14) può fare al caso vostro. Hamburger veg con sapori inusuali e ottima birra di canapa. La catena internazionale di ristoranti vegani Loving Hut ha ben sette ristoranti in città, alcuni dei quali abbastanza centrali (Jungmannova 738/18, Zborovská 814/19, Na Poříčí 25), con prezzi abbordabili e menu d’ispirazione asiatica. Prodotti come latte vegetale, creme spalmabili e snack vegan sono sempre più facili da trovare nei maggiori supermercati. In pieno centro trovate l’ottimo emporio biologico Country Life (Melantrichova 15): aperto nel 1991, il primo a Praga, offre tutto ciò che vi può servire durante il vostro soggiorno. Annesso c’è un locale vegan che offre a peso cibo vegan semplice e sostanzioso.