Tes e il folk-punk per gli animali

Pubblicato su FunnyVegan n. 23

Tes è una musicista olandese di Haarlem, appartenente al filone folk-punk. Ha iniziato a fare musica per parlare di diritti animali e politica, anche se il suo ultimo album Songs from the Treeless Forest (Autoproduzione, 2014), più introspettivo e meno arrabbiato, rappresenta una nuova fase nel suo percorso artistico. Insieme abbiamo parlato della sua musica e di come vive la sua evoluzione creativa.

Suonare con un progetto solista è stata una scelta?

No, quando ho iniziato a interessarmi di diritti animali ho avuto difficoltà a trovare musicisti che condividessero i miei stessi valori. Non so, forse non ci sono o forse non sono stata brava a cercarli. Quando sono andata in tour con la band XTrue NatureX erano ovunque!

Ti capita mai di suonare fuori dal circuito vegan e attivista?

In tour mi sono sempre trovata davanti un pubblico vicino alle mie idee. Ma anche altrove i miei testi vengono accolti in modo positivo. Le mie canzoni più vecchie puntano un po’ il dito e a dire la verità non mi piace più cantarle. Una volta una ragazza in Germania rimase offesa da liriche nelle quali associo la carne nei supermercati allo stupro. Ho cercato di spiegarle il mio punto di vista, facendole capire che due opinioni diverse possono benissimo coesistere.

Come descriveresti l’evoluzione dei tuoi testi?

L’album Compassion Is Terrorism (Autoproduzione, 2009) è centrato soprattutto sui diritti animali, mentre quelli successivi parlano più della tua sfera personale. Sono sempre canzoni impegnate, ma in un modo diverso. Quando iniziai ad avvicinarmi ai diritti animali la musica divenne un mezzo per parlarne con più persone possibile. Se ascolti il mio primo EP è evidente che ero estremamente arrabbiata con il mondo. Con Compassion is Terrorism sono stata in grado di scrivere canzoni più adulte. Eccetto le registrazioni, ho curato ogni aspetto del disco. Finito quel progetto si è spenta l’urgenza di scrivere testi così impegnati; ho la sensazione che con quell’album ho detto tutto ciò che dovevo dire sul tema. Non sono più rabbiosa come prima.

Come vivi la tua nuova fase creativa?

Per certi versi mi vergogno di non scrivere più canzoni impegnate, sono passata anche per un blocco creativo di cinque anni: non volevo accettare i miei nuovi pezzi perché non erano “utili” come i precedenti. La Tes di quindici anni fa penserebbe che non me ne frega più niente. La verità è che ora esprimo il mio impegno in modo diverso e non compongo più quel tipo di brani. Piuttosto che pensare alle storture del pianeta, oggi preferisco parlare di ciò che mi circonda. Certo, a volte mi dico: “Chi ha bisogno di un’altra canzone d’amore?”. Tuttavia, cantare davanti a un pubblico eterogeneo e mischiare le mie canzoni più recenti con quelle più attiviste è ugualmente interessante.

Come donna ti sei mai sentita discriminata nell’ambiente musicale?

Sì, un po’. Anche se nella scena punk e hardcore le persone hanno una mente abbastanza aperta, c’è ancora una certa attitudine da macho. Le donne musiciste sono spesso viste come una cosa graziosa, mentre gli uomini sono presi più sul serio, soprattutto se fanno musica impegnata.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Durante un viaggio in Alaska un tizio mi consigliò di ascoltare Ani DiFranco, da allora è diventata una grande ispirazione. Prima ascoltavo un sacco di punk, band come Propagandhi e Good Riddance. Mike XVX e XTrue NatureX continuano a essere dei modelli, anche Gab De La Vega è un grande della scena punk-acustica. Al giorno d’oggi ascolto soprattutto Bon Iver, The National, Daniel Norgren, Ásgeir, The Weakerthans.