Alla scoperta del microbioma

La parola anti-batterico su un prodotto evoca pulizia e protezione da orde di minuscoli e perfidi microorganismi pronti a farci del male. Peccato che nel nostro rapporto con i batteri potremmo avere sbagliato tutto.

Partiamo da un fatto: secondo alcune stime solo l’intestino umano è popolato dalle cinquecento alle mille specie batteriche, mentre in media un corpo umano è portatore di quaranta trilioni di batteri, equivalenti a uno o due chili, che secondo studi recenti sembrerebbero influenzare la nostra salute fisica e mentale in modi ancora tutti da scoprire.

L’eco-sistema di microbi, principalmente batteri, che vive nel nostro corpo è chiamato microbioma, segnatevi questo termine perché negli anni a venire lo sentirete ripetere sempre più spesso. Il microbioma è un’area di ricerca estremamente promettente, visto che i ricercatori stanno studiando collegamenti tra la popolazione batterica sul nostro corpo e molte patologie, dai problemi cardiaci all’autismo, dall’odore corporeo al cancro.

In futuro potremmo scoprire che certe specie di batteri intestinali ci rendono meno propensi al diabete o all’obesità, e imparare a controllare e regolare il microbioma potrebbe renderci decisamente più sani.

Ma malgrado l’enorme potenziale, ancora la medicina non sa come muoversi all’interno di questo nuovo territorio inesplorato. Il divario tra ciò che sappiamo e ciò che dovremmo conoscere per sviluppare delle terapie basate sul microbioma è ancora enorme, e al momento infatti esiste un solo trattamento medico pensato per agire su di esso, ed è di fatto nient’altro che la cacca di un donatore selezionato dentro una pillola. Nel caso di un’infezione chiamata Clostridium difficile, che rade al suolo la popolazione batterica intestinale, un trapianto di batteri fecali può salvare la vita.

Per certi versi siamo davanti a un possibile cambio di paradigma nel modo in cui trattiamo certe malattie: dall’approccio militaresco dei bombardamenti con antibiotici per curare una patologia, in certi casi potremmo passare a uno più olistico, in cui il microbioma è visto più come un parco nazionale in cui è importante mantenere un equilibrio tra le specie che vi abitano. A questo proposito il famoso psichiatra James Greenblatt ha scoperto che più della metà dei suoi pazienti ha disturbi psichici accompagnati da problemi intestinali, e a volte per curare entrambi è semplicemente necessario prescrivere delle alte dosi di probiotici e arricchire la dieta dei pazienti con cibi integrali e ricchi di fibre. Un atteggiamento estremamente innovativo, visto che capovolge la convinzione che i disturbi intestinali siano una conseguenza di quelli psichici.

Ma il fatto che il microbioma offra un grande potenziale senza ancora solide certezze scientifiche contribuisce a renderlo anche un territorio fertile per approcci pseudo-scientifici o fai da te. Ed Yong, uno scrittore e divulgatore scientifico, afferma di aver sentito di varie persone che hanno provato a trapiantare dei batteri fecali altrui come cura fai da te. Cosa estremamente pericolosa, visto che anche il familiare o amico apparentemente più sano potrebbe avere nel proprio intestino dei batteri che lo rendono sanissimo ma che nel nostro microbioma potrebbero avere un effetto deleterio.