Pubblicato sul n. 30 della rivista FunnyVegan
Tia Blanco (classe 1997) è una delle surfiste più promettenti della sua generazione. A diciotto anni è entrata a far parte della Top 50 mondiale, nel 2015 ha vinto la medaglia d’oro ai campionati mondiali della International Surfing Association e nel 2016 è riuscita a difendere il titolo a Playa Jacó in Costa Rica. Tia Blanco potrebbe anche presto entrare nella storia del surf: le Olimpiadi di Tokyo 2020 vedranno infatti il debutto del surf come disciplina olimpica e la giovane statunitense ha buone chance di diventare una delle prime atlete a competere per una medaglia olimpica in questa specialità. Dal veganismo al modo migliore per raggiungere i propri sogni, Tia Blanco si racconta a FunnyVegan.
Come ti sei avvicinata a questa disciplina?
Mio padre lavora nella Guardia Costiera, pertanto la mia infanzia e la mia adolescenza sono state segnate da continui spostamenti per il paese. Ma in ogni nuovo posto in cui ci trasferivamo, immancabilmente c’era l’oceano ad aspettarci. L’acqua fa parte della mia storia familiare, per questo non sorprenderti se ti dico che mi sono trovata per la prima volta su una tavola da surf a tre anni.
Sei diventata una surfista professionista molto giovane. A volte hai nostalgia di quando vivevi il surf in modo spensierato e senza pressioni esterne?
Niente affatto, già durante la mia adolescenza sentivo il desiderio di praticare questo sport in modo più competitivo e mettermi alla prova con delle gare. Mi considero estremamente fortunata per essere riuscita a trasformare la mia più grande passione in un lavoro. Inoltre, di tanto in tanto, ho ancora modo di godermi l’oceano sulla mia tavola senza pensare agli allenamenti o al prossimo torneo.
Sei molto attiva sui social media, in particolare su Instagram. Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere ai tuoi follower?
Non mi propongo di veicolare un particolare messaggio, cerco semplicemente di essere me stessa. Mi piace condividere citazioni che mi hanno colpito o riflettere su ciò che succede nel mondo. Provo a utilizzare al meglio queste piattaforme per offrire qualcosa di positivo. Ecco perché sul mio profilo Instagram @tiasvegankitchen o sul mio canale YouTube posto spesso ciò che mangio, così da mostrare che è possibile alimentarsi con piatti deliziosi e allo stesso tempo gentili con gli animali e il pianeta.
Sei sempre in movimento. Trovi difficile seguire una dieta vegan?
Mia madre è diventata vegetariana per motivi etici quando aveva dodici anni e, visto che in famiglia era quasi sempre lei a cucinare, siamo cresciuti tutti mangiando in quel modo e imparando a preparare piatti vegetariani. Per questo motivo il mio passaggio a una dieta vegana a sedici anni è stato abbastanza semplice e naturale. Quando viaggio ci sono ovviamente dei posti in cui mangiare vegan è più difficile, ma finora ce l’ho sempre fatta ovunque. Se so che passerò del tempo in un paese dove il cibo potrebbe essere un problema, cerco sempre un alloggio con cucina, in modo da poter preparare i miei pasti.
Quando non stai surfando, come passi il tuo tempo?
Lo trascorro in modo molto semplice, cucinando, facendo lunghe passeggiate nella natura e facendo yoga. Ultimamente sto imparando a suonare la chitarra, potrei definirlo il mio nuovo hobby.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi come surfista professionista?
Voglio qualificarmi per il CT, una competizione in cui nella categoria femminile gareggiano le migliori surfiste al mondo. Da quando ho iniziato a surfare, partecipare a quel torneo è sempre stato il mio sogno.
Hai mai surfato in Europa? Hai qualche località preferita?
Sono appena rientrata dall’Europa ed è stato fantastico! Sono stata in Francia, precisamente a Lacanau, Anglet e Pantín. L’Europa è un posto meraviglioso e sono
sicura che a breve lo visiterò nuovamente.
Hai dei consigli per degli sportivi che vogliono seguire una dieta vegan?
Mangiate cibi integrali in abbondanza, assicuratevi di assumere abbastanza calorie e mangiate carboidrati, proteine e grassi salutari. Inoltre siate curiosi e informatevi
il più possibile: mi sento di suggerire la visione dei due documentari dei registi Kip Andersen e Keegan Kuhn Cowspiracy e What the health [Tia Blanco appare
in quest’ultimo, NdR].
Ci sono dei surfisti che ti hanno particolarmente ispirato?
Ogni surfista è a suo modo unico; trovo affascinante osservare tanto la tecnica di un professionista navigato quanto un surfista entusiasta e imbranato alle prese
con le sue prime onde.
Come donna, ti sei mai sentita discriminata nell’ambiente?
Assolutamente no, mi piace essere una donna surfista e trovo che sia un momento molto entusiasmante per la categoria femminile. Là fuori a prendere le onde c’è una generazione unica, innovativa e soprattutto divertente da guardare.
Hai la sensazione che quando si parla di surf maschile l’attenzione è tutta sulla tecnica, mentre nel campo femminile l’atleta viene giudicata più per l’aspetto che per le sue qualità sportive?
Provo a non dare troppa importanza a questi commenti. Se una persona non mi rispetta per come surfo e preferisce invece giudicarmi come una bambola sexy, probabilmente non voglio che abbia niente a che fare con la mia vita.
Come descriveresti il tuo stile?
Mi piace definirlo aggraziato, femminile e aggressivo.
Qual è la tua ricetta per realizzare i propri sogni?
Lavora molto duramente, non nascondere quali sono le tue mete e le tue aspirazioni e soprattutto circondati di persone con un’attitudine positiva e pronte a incoraggiarti.