Lo staff di Destinazione Umana
Lo staff di Destinazione Umana

Quando l’agente di viaggio ti aiuta a cambiare vita

Pubblicato su FunnyVegan n. 36.

Nel suo libro L’arte di viaggiare Alain de Botton scrive che quando restiamo delusi da una vacanza la colpa è solo nostra. Ci siamo fatti fregare da dépliant o guide che ci consigliano dove viaggiare, dimenticandoci di farci la domanda più importante: perché stiamo viaggiando e cosa cerchiamo con una vacanza?

Cinquant’anni fa la risposta sarebbe stata molto semplice: svago e riposo. Ma ai giorni nostri il viaggio è carico di aspettative, deve cambiarci la vita e aiutarci a conoscerci meglio. Forse l’idea di de Botton di creare “agenzie di viaggio psicoterapeutiche” che ci aiutino a capire cosa ci attendiamo da una vacanza, così da evitare quelle psicologicamente sbagliate, non è più tanto assurda.

In Italia quest’idea è già diventata realtà. Destinazione Umana è il primo tour operator di turismo ispirazionale, una forma di viaggio in cui il profilo di chi ti ospita, le esperienze che ti può offrire e la sua storia personale contano tanto quanto la destinazione. Qui il viaggio serve davvero, almeno sulla carta, a soddisfare desideri ed esigenze profonde. Silvia Salmeri, fondatrice del progetto, racconta che tutto è iniziato nel 2012, quando le venne offerta la possibilità di aprire e gestire un B&B sulle colline della Valsamoggia, in provincia di Bologna.

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Un laboratorio realizzato da Destinazione Umana

Quell’esperienza, durata un anno, le fece capire che i viaggiatori cercavano qualcosa in più del semplice posto letto: “Negli occhi dei viaggiatori – afferma Silvia – brillava un desiderio di relazioni sociali sane e positive”. Silvia immagina la creazione di un portale che raccolga piccole strutture ad accoglienza familiare ad alto tasso d’ispirazione e le aiuti a ottenere visibilità. Nel 2014 nasce Destinazione Umana, piattaforma che ospita attualmente una trentina di host sparsi per il Belpaese. Nelle biografie delle “destinazioni umane”, così vengono chiamati i padroni di casa, c’è un elemento ricorrente: si tratta spesso di giovani laureati, disoccupati o insoddisfatti di un precedente impiego che attraverso l’ospitalità turistica hanno provato a reinventarsi e a realizzare un sogno. Per loro questo lavoro non significa solo vendere posti letto, bensì condividere con i viaggiatori il proprio stile di vita.
Ma chi viaggia con Destinazione Umana? “Al momento il nostro è un pubblico per la maggior parte femminile, molte donne che viaggiano da sole o che fanno da apripista per poi magari partire con il compagno, la famiglia o le amiche. In generale, si tratta di persone che vedono il viaggio come uno strumento di crescita personale e che vogliono uscire dalle mete mainstream per andare alla scoperta di territori meno conosciuti, ma non per questo meno meritevoli. Il fatto poi di chiedere loro non dove vogliono andare bensì chi desiderano conoscere fa sì che la motivazione del viaggio sia legata solo in parte alla destinazione” spiega Salmeri.

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Una struttura ospite presente su Destinazione Umana

Il benessere psicofisico in questi viaggi sembra garantito: “Nella programmazione dei viaggi è sempre inclusa un’ora di consulenza pre partenza. Il viaggiatore potrà usarla per fare il punto sulla sua vita o per parlare di qualcosa che normalmente trascura. Infine, a seconda dell’ispirazione che sta cercando, gli proporremo esperienze diverse che speriamo possano essere benefiche. Se si tratta di ruralità lo indirizzeremo verso un viaggio a contatto con la natura; se desidera spiritualità gli suggeriremo un’esperienza in cui possa riconnettersi con se stesso” racconta la fondatrice. Spazio anche all’innovazione: per chi vuole sviluppare una propria idea di impresa, c’è un pacchetto in cui si viene messi in contatto con coach che possano supportare e dare consigli utili; se è il cambiamento che si desidera, spazio a persone che lo hanno già sperimentato per comprenderne pro e contro.

Per divulgare il concetto di turismo ispirazionale e renderlo un po’ meno misterioso, Destinazione Umana offre corsi di Inspirational Travel Designer, al fine di formare agenti di viaggio che sappiano introdurre elementi di psicologia nella propria professione e assistere i clienti tagliandogli su misura il viaggio più adatto. Certo, viene da chiedersi se un pacchetto viaggio non snaturi un po’ il concetto del viaggio “esistenziale”, quel viaggio di crescita che dovrebbe essere fatto anche di difficoltà e sfide che invece una vacanza organizzata cancella e prova a evitare.

Secondo Salmeri le due cose non sono in contraddizione: “I nostri sono sì viaggi organizzati, ma volutamente non riempiono ogni momento della giornata, lasciando quindi alla persona spazio per esplorare autonomamente. In quanto agenzia dobbiamo garantire al turista di vivere l’esperienza che abbiamo ritenuto fosse ispirazionale per lei o lui. Ma questi viaggi richiedono un primo passo fatto di coraggio e desiderio di mettersi in gioco”.

Ma cosa è cambiato rispetto al passato? Chi avrebbe mai colto l’utilità del turismo ispirazionale trent’anni fa? Silvia Salmeri ha una sua idea: “Siamo in un’epoca di iperconnessione digitale, ma allo stesso tempo ci sentiamo molto soli. I tradizionali modelli di riferimento, sia nel lavoro che nella vita privata, sono crollati e non abbiamo punti fermi ai quali aggrapparci. Questo genera un sempre più diffuso senso di spaesamento nelle persone. Viaggiare per trovare un senso alla propria vita e cercare lontano da casa esperienze ad alto valore umano crediamo sia un nuovo modo per trovare serenità e felicità”.