La Sardegna nascosta

Appunti per una vacanza in Sardegna via dalla pazza folla

Pubblicato sul n. 39 della rivista FunnyVegan.

Dopo un breve viaggio realizzato in Sardegna nel 1921, il celebre scrittore inglese D.H Lawrence così descrisse l’isola: “Persa tra Europa e Africa, appartiene a nessun luogo”.
Dopo quasi cent’anni, è ancora difficile trovare le parole per definirla, c’è chi ancora lo fa con in testa il mito del buon selvaggio, la Sardegna che viene immaginata come una terra ancestrale e indomita dove la vita è più lenta e meno rovinata dalla modernità; c’è chi preferisce raccontarla riducendola a un parco giochi per milionari e turisti annoiati.
Ma chi ci è nato e chi ci vive lo sa, in queste narrazioni la complessità della Sardegna si perde, l’isola è un caleidoscopio eterogeneo di stili di vita e paesaggi e racchiude dentro di sé così tante anime diverse che spesso è facile, per gli isolani stessi, sentirsi stranieri in altre parti della regione. Come in un iceberg, gran parte della bellezza della Sardegna è ben nascosta. Proviamo qui a suggerire come scoprirla andando oltre l’immaginario da cartolina.

La città fluviale

Considerata uno dei borghi più belli d’Italia, Bosa è una piccola cittadina in provincia di Oristano con tante frecce al suo arco. Attraversata dal Temo, unico fiume navigabile dell’isola, si sviluppa in parte una collina, sulla cui cima è possibile visitare il medievale castello dell’antico casato dei Malaspina. Le case del centro poi, dai caratteristici colori accesi, contribuiscono a fare di questa città una cornice variopinta per qualche giorno di relax. Non manca poi il mare: la spiaggia di Bosa Marina guadagna regolarmente il voto più
alto della Guida Blu di Legambiente per la qualità della sua spiaggia.

Trenino Verde

L’iniziativa delle Ferrovie della Sardegna permette di percorrere su linee secondarie
della rete ferroviaria sarda, create tra il XIX e il XX secolo, quattro diverse tratte per un totale di 437 chilometri. Queste locomotive turistiche permettono di godere lentamente di scorci dell’isola impareggiabili e di capire meglio la varietà paesaggistica della Sardegna,
con spettacolari viste su mare e montagne, passando per foreste, sughereti, tempi prenuragici e villaggi fantasma.

Il capoluogo

Cagliari è stata costruita su sette colli proprio come Roma, Gerusalemme e Istanbul
Cagliari è stata costruita su sette colli proprio come Roma, Lisbona, Gerusalemme e Istanbul

Qualcuno paragona Cagliari a Lisbona per le sue terrazze dalla vista mozzafiato, altri notano che la città è stata costruita su sette colli proprio come Roma, Gerusalemme e Istanbul.
Vivace e cosmopolita, il capoluogo della Sardegna ha la malìa mediterranea di una città portuale e per i viaggiatori di passaggio ce n’è per tutti i gusti: dal fascino dei quartieri storici, come quello della Marina e quello medievale di Castello con la famosa Torre
dell’Elefante, alle bellezze naturali della vicina spiaggia del Poetto e della laguna
del Parco di Molentargius, habitat per un migliaio di fenicotteri rosa.

 

Imparare a vivere da centenari

Nel 2004 i ricercatori hanno scoperto in un pugno di villaggi abbarbicati sulle montagne della Barbagia e dell’Ogliastra, nella Sardegna centrale, una bizzarria genetica: i geni dei residenti di questa zona mostrano una presenza concentrata del marcatore M26, legato a una longevità eccezionale. Non a caso il villaggio Villagrande Strisaili è considerato il paese con la maggiore longevità maschile sul pianeta. A oggi sono state individuate a livello
solo cinque Zone Blu, ossia quelle aree geograficamente caratterizzate da una atipica longevità. Certo curiosando tra questi paesini non si troverà alcuna fonte dell’eterna
giovinezza, ma una visita sarà ugualmente istruttiva, dal momento che i ricercatori sono convinti che per diventare un centenario sardo siano necessari tanto i geni quanto lo stile di vita locale: solida vita comunitaria, risate quotidiane coi compaesani in piazza, attività fisica regolare e dieta ricca di legumi e cereali integrali. Alcuni villaggi da visitare: Arzana, Gavoi, Orgosolo e Mamoiada, questi ultimi famosi anche per i loro murales. In questi paesi non
mancheranno poi panorami mozzafiato.

Alghero

Piccola Barcellona, così gli algheresi chiamano orgogliosi la propria città
Piccola Barcellona, così gli algheresi chiamano orgogliosi la propria città

Piccola Barcellona, così la chiamano orgogliosi alcuni suoi abitanti. Dovuta all’arrivo di cittadini catalani nel XV secolo sotto la dominazione aragonese dell’isola, l’influenza catalana ad Alghero è ancora forte ed espressa fieramente: le targhe delle vie sono
scritte in catalano, considerato qui lingua co-ufficiale. L’architettura gotico-catalana del centro storico merita di per sé una visita, ma le spiagge di Maria Pia e delle Bombarde, così come una visita dell’imponente scogliera di Capo Caccia con le vicine Grotte di Nettuno, rendono il soggiorno ad Alghero ancora più vario.

La Monna Lisa sarda

Coi suoi quattromila anni l'olivastro di Luras merita il titolo di albero più vecchio d’Italia
Coi suoi quattromila anni l’olivastro di Luras merita il titolo di albero più vecchio d’Italia

Tiziano Fratus, grande cantastorie del patrimonio arboreo italiano, lo definisce la Monna Lisa della Sardegna: è l’olivastro di Luras, l’albero che coi suoi circa quattromila anni merita il titolo di albero più vecchio d’Italia. L’olivastro misura quattordici metri di altezza e diciotto metri di circonferenza del tronco alla base. La sua parvenza antica e maestosa è tale che secondo Fratus le lunghe radici che emergono dal grande ventre legnoso fanno pensare alla spina dorsale di un brontosauro. Non distanti da quest’opera d’arte naturale è possibile scoprire altri due olivastri rispettivamente di cinquecento e duemila anni, spesso ignorati
per via del più celebre vicino di fronda. Gli olivastri millenari si trovano a tredici chilometri dal centro di Luras (SS) e sono ampiamente segnalati. Per gli appassionati cercatori di alberi monumentali e secolari si può continuare poi con una visita al monte Limbara, il quale ospita la più estesa colonia di sequoie dell’isola.

L’isola nell’isola

A Carloforte l’influenza genovese e africana si vede nell’architettura del borgo
A Carloforte l’influenza genovese e africana si vede nell’architettura del borgo

L’isola di Carloforte è uno dei luoghi più affascinanti della Sardegna. Situata a sud-ovest, divenne nel XVIII secolo una colonia di tabarchini, pescatori di corallo liguri che vivevano nell’isola tunisina di Tabarka. L’influenza genovese e africana si vede nell’architettura del borgo di Carloforte, unico insediamento abitato, ma anche nella sua tradizione culinaria: piatti tipici sono la farinata genovese e il cascà, una variante del cous cous, piatto africano a cui viene dedicata ogni anno ad aprile una sagra.

La Costa verde

Le dune di sabbia di Piscinas sono tra le più alte d’Europa
Le dune di sabbia di Piscinas sono tra le più alte d’Europa

La zona sud-ovest della Sardegna è quella più incontaminata e selvaggia. Scolpite dal maestrale si trovano qui le dune di sabbia di Piscinas, tra le più alte d’Europa, ma anche la spiaggia di Scivu, oasi del WWF e spesso chiamata “parlante”, per via della peculiare eco della sabbia quando viene calpestata. Per la sua bellezza questo tratto di mare è stato recentemente scelto come location per il video Jesus’ Son della band Placebo. Ma a pochi chilometri dalla Costa Verde quest’area racconta anche una storia diversa, quella di un boom minerario durato poco più di un secolo. Il parco geominerario di Montevecchio, patrimonio Unesco, è un prezioso sito di archeologia industriale aperto al pubblico. Oltre a visitare gli impianti è possibile entrare negli sfarzosi spazi della Direzione e conoscere le storie di fatica e povertà dei minatori che in questi villaggi vivevano e lavoravano.

 

La terra dei giganti

I Giganti di Mont’e Prama sono tra le più antiche statue antropomorfe del Mediterraneo
I Giganti di Mont’e Prama sono tra le più antiche statue antropomorfe del Mediterraneo

Vicino allo stagno di Cabras, nella località in provincia di Oristano di Mont’e Prama, vennero trovati per caso negli anni Settanta i frammenti di una trentina di statue di circa due metri d’altezza rappresentanti lottatori, arcieri, pugili e guerrieri, datate tra l’XI e l’VIII secolo a.C. Tracce importanti di una civiltà, quella nuragica, sparita tra mille misteri e senza lasciare testimonianza scritta, ma che alcuni archeologi collegano ai mitici “Popoli del Mare”, o Sherden, famosi per le scorribande marine nel Mediterraneo e per essere impiegati come guardie personali ai faraoni d’Egitto. Diventate note col tempo come Giganti di Mont’e Prama, queste sculture di pietra, tra le più antiche statue antropomorfe del Mediterraneo, sono state pazientemente ricomposte grazie a un lavoro durato decenni ed è ora possibile ammirarle sia nel Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras che nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

Cosa mangiare
La cucina sarda è famosa soprattutto per l’utilizzo di derivati animali, tuttavia moltissime ricette, come nella tradizione mediterranea, sono a base di verdure, cereali e legumi. Meglio sempre informarsi in anticipo sugli ingredienti, anche perché, nel nome della tradizionale ospitalità sarda, i ristoratori saranno generalmente ben disposti a offrire un’alternativa
vegana inventata sul momento. Da provare paste tradizionali come i malloreddus, simili agli gnocchi sardi, o la fregola, palline di semola tostata che ben si accompagnano alle verdure di stagione. Tra gli ortaggi, da non perdere le classiche melanzane alla sarda o le tante ricette a base di carciofo spinoso, così come i piatti che impiegano cardi e finocchio selvatico. Tra i legumi le fave hanno un posto d’onore. I vini e liquori sardi non hanno bisogno di presentazioni: mirto, vermentino, cannonau o malvasia sono ormai ben noti agli appassionati, ma va detto che l’isola è al centro di un boom di ottimi microbirrifici artigianali che vi permetteranno di provare una birra che non sia l’icona regionale Ichnusa.