Per inquinare di meno dovrei rinunciare a un figlio? Io e il mio compagno vorremmo averne uno, ma poi pensiamo che ci sarebbe sul pianeta un altro essere umano che consuma risorse ed emette anidride carbonica. E ci sentiamo degli egoisti.

 Sara M.

 

 Un paio di anni fa scrissi su Wired un pezzo che creò un sacco di polemiche.

L’articolo citava uno studio in cui venivano comparate varie azioni da mettere in pratica per ridurre le nostre emissioni. Si giungeva alla conclusione che rinunciare a un figlio era l’azione green più efficace, visto che riduceva la nostra impronta ecologica di 58 tonnellate di CO2 all’anno durante tutto l’arco della nostra esistenza. Per ottenere questo dato i ricercatori si basavano sul principio di ereditarietà del carbonio, secondo il quale mettendo al mondo degli eredi, ogni genitore è in parte responsabile delle sue emissioni. Più precisamente della metà delle emissioni dei figli, di ¼ di quelle dei propri nipoti, e così via. In media, fare un figlio avrebbe quintuplicato l’impronta ecologica del genitore.

Entriamo in scenari da romanzo distopico se uno dei gesti più naturali dell’essere umano viene valutato esclusivamente in base alle emissioni,  mi scrissero molti. Il senso dell’articolo però non era colpevolizzare chi ha avuto figli o chi progetta di averne, ma riflettere sul fatto che molte donne ancora oggi sono vittime di una forte pressione sociale riassumibile con questa frase: “se non hai figli non sei una donna realizzata, o peggio, sei un’egoista che pensa solo a se stessa”.  Senza queste aspettative e pressioni esterne il risultato sarebbe probabilmente una diminuzione delle nascite tra chi un figlio non lo vuole ma si trova a farlo “perché un nipotino ai nonni bisogna pur darglielo”. Indirettamente ci sarebbe  un significativo beneficio ecologico.

Intanto negli ultimi mesi si è affermato nel Regno Unito un movimento chiamato Birthstrike: davanti all’emergenza climatica e alla passività dei governi, molte donne si stanno impegnando a non fare figli per protesta fino a quando il problema non verrà affrontato seriamente. Birthstrike è composto  anche da molte coppie che iniziano a chiedersi: davanti a un futuro che non sembra promettere bene, è ragionevole mettere al mondo un pargolo che dovrà cavarsela in scenari possibilmente post-apocalittici?

Ma attenzione, il movimento Birthstrike afferma anche una cosa importante: fare figli non inquina, a inquinare è un sistema economico consumista e altamente inquinante che costringe i cittadini a vivere in modo poco sostenibile. Cambiando il sistema economico e rendendolo carbon-neutral, creeremmo  per le prossime generazioni le condizioni per un’esistenza a impatto ecologico limitato.

Non dimenticare infine che secondo uno studio di un paio di anni fa  cento compagnie sono responsabili del 71% delle emissioni globali dal 1988 al 2015. Davanti alla sfida planetaria di evitare una catastrofe climatica tante persone stanno prendendo decisioni individuali sempre più coraggiose, come nel tuo caso quella di non procreare. Che sia pronta a rinunciare a un figlio per dare il tuo contributo nella lotta climatica ti fa onore. Ma allo stesso tempo, non fare l’errore di caricare tutto il peso dell’emergenza climatica sulle tue spalle e vedere come unica soluzione delle scelte personali radicali e dolorose, piuttosto che chiedere un cambiamento sistemico. Quando ci concentriamo solo su ciò che possiamo fare noi nel quotidiano i grandi inquinatori ringraziano per essere lasciati in pace ancora un po’.

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