Come ha fatto una birra industriale come l’Ichnusa a rappresentare la “vera Sardegna”

Il rapporto dei sardi con la loro birra è abbastanza complicato, ma l’Ichnusa in tutta Italia rappresenta la Sardegna in maniera abbastanza misteriosa.

Pubblicato su VICE il 27 aprile 2020

Illustrazione di Juta

Se esiste un oggetto magico in grado di unire i sardi da Cagliari a Sassari, probabilmente ha la forma di una bottiglia di Ichnusa. Bene, chi ha annuito leggendo questa frase vuol dire che non è nato o cresciuto in Sardegna. Già, perché il rapporto dei sardi con la loro birra è abbastanza complicato, per averne conferma mi è bastato fare un piccolo sondaggio tra alcuni amici.

C’è un tema ricorrente tra i sardi, il richiamo a un passato imprecisato in cui “l’Ichnusa era più buona”

C’è chi le vuole bene: “sono davvero affezionato all’Ichnusa, anche se non ho le competenze necessarie per dire quanto sia di qualità”, mi racconta Lorenzo, studente sardo a Bologna. Lorenzo non smette di sorprendersi nel vederla trattata da birra chic, “qui a Bologna costa il doppio delle altre, per questo ripiego solitamente sulle birracce dell’Eurospin. Ma quando posso permettermene una, la prendo volentieri”.

Se esiste un oggetto magico in grado di unire i sardi da Cagliari a Sassari, probabilmente ha la forma di una bottiglia di Ichnusa. Bene, chi ha annuito leggendo questa frase vuol dire che non è nato o cresciuto in Sardegna. Già, perché il rapporto dei sardi con la loro birra è abbastanza complicato, per averne conferma mi è bastato fare un piccolo sondaggio tra alcuni amici.

C’è chi le vuole bene: “sono davvero affezionato all’Ichnusa, anche se non ho le competenze necessarie per dire quanto sia di qualità”, mi racconta Lorenzo, studente sardo a Bologna. Lorenzo non smette di sorprendersi nel vederla trattata da birra chic, “qui a Bologna costa il doppio delle altre, per questo ripiego solitamente sulle birracce dell’Eurospin. Ma quando posso permettermene una, la prendo volentieri”.

Luca, un’adolescenza passata nella bassa oristanese e ora residente a Cagliari, mi conferma che quando dalle sue parti chiedi o ti viene offerta una birra, automaticamente s’intende che sarà Ichnusa. Ammette, ora, di essere entrato nella fase in cui “ho più voglia di qualità e meno di quantità. Ora rinnego le origini e quella classica la bevo poco spesso. Addirittura non mi ricordo l’ultima volta”.

Sull’isola si consuma il doppio della birra rispetto alle altre regioni italiane, con una media che arriva a 61,7 litri per abitante, numeri che includono anche la presenza dei turisti

A quanto pare il gusto dell’Ichnusa è il punto dolente, Roberto di Sassari lo definisce “notoriamente piatto, a essere magnanimi”, e accenna a un tema ricorrente tra i sardi, il richiamo a un passato imprecisato in cui “l’Ichnusa era più buona”. Secondo Maria Grazia di Sassari viene bevuta semplicemente perché è la più diffusa, ma anche il suo parere sulla qualità è ambivalente: “la classica ti fa ruttare come un camionista, ma la non filtrata l’apprezzo, ha quello stile accattivante, con la sua bottiglia retrò”. Secondo lei ci sta che rappresenti la Sardegna, visto il grande attaccamento all’Ichnusa dei bevitori da bar over quaranta dell’entroterra, “io stessa mi sento un po’ orgogliosa quando la trovo in un locale della penisola”.

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