L’ecologia domestica ai tempi della quarantena

Se durante queste settimane siamo ecologisti un po’ imperfetti, va bene lo stesso. L’importante è cercare nuove sfide sostenibili, tra le mura di casa

Pubblicato sulla Stampa il 10 aprile 2020

Un paio di settimane fa, mentre la pandemia di COVID-19 si spostava negli Stati Uniti, la celebre influencer zero waste Lauren Singer ha condiviso sui social media un post che ha fatto discutere. Singer è celebre per conservare dentro un semplice barattolo di vetro i rifiuti prodotti negli ultimi quattro anni. Nonostante ciò ha invitato i suoi follower, se necessario, a comportarsi da ecologisti imperfetti: “se dovete comprate alimenti confezionati nella plastica, oppure se volete supportare i ristoranti locali ordinando cibo d’asporto confezionato in imballaggi non riciclabili, non sentitevi in colpa: viviamo tempi difficili e se veniamo temporaneamente a patti coi nostri princìpi, va bene uguale”. Singer racconta via mail alla Stampa che in occasione dell’uragano Sandy del 2012, per non aver preso seriamente gli allarmi, si ritrovò senza cibo, elettricità e acqua per una settimana e mezza. “Mi sono ripromessa di non mettermi mai più in una situazione simile, per questo quando New York è diventata l’epicentro del coronavirus, ho deciso di essere previdente e comprare per la prima volta in otto anni anche scatolame e articoli con imballaggi di plastica. E ho condiviso il mio punto di vista coi miei lettori.”.

Malgrado ciò l’influencer statunitense è convinta che anche in quarantena si può fare tanto per l’ambiente: “è una questione di sfide e opportunità: attualmente non ho la possibilità di portare il mio compost in un centro apposito del mio quartiere, per ora ora lo conservo in freezer in attesa di tempi migliori. Ma visto che passiamo molto più tempo a casa, perché non aprire l’armadio, selezionare e mettere da parte i vestiti che non ci servono più, pronti a donarli o venderli appena potremo?”

La vede in modo simile anche Lucia Cuffaro, attivista ed esperta di autoproduzione nel programma Unomattina in Famiglia di Rai 1: “in questo momento bisogna ingegnarsi e avere spirito d’adattamento: purtroppo non posso andare nel mio orto comunitario, per questo ho iniziato a seminare nel terrazzo e fare i germogli in casa.

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