Alcuni esperti spiegano come trovare lavoro durante una pandemia

Dove cercare lavoro online di questi tempi, quali errori non vanno mai fatti sul curriculum, e come fare ‘personal branding’ senza cadere nei cliché?

Pubblicato su VICE il 18 dicembre 2020.

Foto di @sigmund su Unsplash

Che non sia il momento migliore per cercare lavoro è purtroppo noto a tutti. Con interi comparti in difficoltà o completamente fermi a causa della pandemia di COVID-19, l’offerta di lavoro è diminuita drasticamente, mentre il numero dei disoccupati è aumentato significativamente. Dato che la fascia giovanile è la più colpita dal crollo del tasso d’occupazione, esiste qualche suggerimento per chi è impegnato nella ricerca di un lavoro? Me lo sono fatto spiegare da due esperti nella selezione del personale.

Guido Penta è recruiter nel mondo IT e formatore nel campo della ricerca lavoro. Secondo lui le attuali difficoltà dei giovani nell’affacciarsi al mondo occupazionale si sommano ad altre, croniche. Ci sono ovviamente i problemi strutturali del mercato del lavoro italiano, ma a suo parere un tema non abbastanza dibattuto è il livello dei servizi di placement universitari e di master. Se molti tra questi ultimi non offrono colloqui di lavoro o stage nelle aziende partner a fronte di migliaia di euro investiti, le università sembrano più che altro incapaci di stare al passo coi tempi.

A dimostrazione, Penta cita i tanti neolaureati convinti che basti l’Europass. Un formato, puntualizza il recruiter, “necessario solo se espressamente richiesto nella job description, cosa ormai sempre meno frequente—eppure ti viene insegnato a usarlo di default. Ed è così che ricorri a uno strumento anonimo, datato e controproducente, visto che nel 99 percento dei casi un CV ha lo scopo esattamente opposto, farti emergere dal mucchio.”

Ricerca di lavoro e pandemia: da dove iniziare

Ma chi si trova fermo durante la pandemia, da dove dovrebbe iniziare? Secondo Delia Simone, team leader in una delle più grandi società di ricerca e selezione del personale in Italia, in questa fase va avanti chi non ha sottovalutato formazione, aggiornamento e specializzazione: “uno dei pochi aspetti positivi della pandemia è che abbiamo più tempo, sul web possiamo trovare migliaia di video e contenuti, ci sono piattaforme di e-learning e master, puoi migliorare l’inglese o imparare a usare SAP, UI design o un altro software.”

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